Sinossi

"Vorresti assorbirla, amalgamarti, farne parte, sentirti avvolgere completamente da lei. Vorresti sentire Venezia addosso, sulla pelle. Sentirla tua. Ma di chi è Venezia? A chi appartiene? A chi la visita per qualche giorno? Ai pendolari? Ai residenti? A tutti e nessuno?". Venezia è uno strano modo di stare al mondo, ancora prima di essere una città anomala ed enigmatica. Questa realtà urbanistica così bizzarra è in verità una strategia per inventare da capo l'esistenza. Per capirla si deve toccarla, annusarla, assaggiarla. Ciascun organo del corpo e dell'anima la vive secondo la sua attitudine, ne è abbagliato, contrariato, disorientato o assuefatto. Bisogna ascoltarli tutti. In vent'anni questo libro è diventato un classico. Ritorna tutto nuovo, con modi di perdersi prima ignoti e ora possibili. Dall'acqua alta, che minacciosamente è sempre più capace di sommergere quasi tutta la superficie della città, all'acqua deserta e trasparente della quarantena, qualcosa si è trasformato. Tiziano Scarpa ci fa strada attraverso le trame, le peripezie e le avventure sensitive e sentimentali che solo qui possono accadere. Ci guida alla scoperta della segreta intimità che si crea fra i nostri piedi e le pietre della strada, fra le dita e gli intonaci sfarinati dei muri nelle calli. Per la prima volta ci ritroviamo a camminare lasciando che sia il paesaggio a pensare al posto nostro, mostrandoci spettacoli da contemplare, rumori e odori. Mente e corpo percorrono le stesse corsie e imparano a vagabondare e a bighellonare. Lungo questo cammino, finalmente, le gambe, il cuore, le mani, il volto, le orecchie, la bocca, il naso, gli occhi e la pelle vengono ascoltati.

€16.00
Isbn: 9788806201692
€ 10.00

Sinossi

È notte, l'orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta. Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l'ha abbandonata. La musica per lei è un'abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Dall'alto del poggiolo sospeso in cui si trova relegata a suonare, pensa "Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che la musica cada. Noi la versiamo sulle teste di chi viene ad ascoltarci". Così passa la vita all'Ospedale della Pietà di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell'arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Si chiama Antonio Vivaldi. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e insubordinazione.

€10.00

Sinossi

Questo poemetto giunge alla terza edizione dopo quelle, in altre collane einaudiane, del 2005 e del 2010. Ed è un'edizione nuova per interventi strutturali dell'autore, oltre che per l'aggiunta di un testo in appendice. In questi quindici anni di vita la saga comica e poetica di Scatorchio, che per fare dispetto al suo rivale in amore aiuta il sindaco a trasformare il paese in una discarica di rifiuti, ha avuto molti lettori e molti spettatori dato che il poemetto, di intima natura teatrale, è stato più volte messo in scena. È un libro originalissimo, scritto in una lingua dialettale inventata, sapientemente primitiva. Nel monologo si affollano le voci di personaggi come l'amata ma non bellissima Sirocchia, la vidova Capecchia, che scoprirà di non essere tanto vedova, lu nonnio, maestro di educazione sentimentale... E un bestiario di esseri non meno infelici e desideranti degli uomini: lu gatto gattaro, lu cane canaglio, lu rundenello, lu surcio pantecano. Scatorchio parla con loro come parla con Gesù e con la Maronna e Iddio Patro in una lingua che attinge alle parlate centro-meridionali ma anche ai volgari delle origini. Proiettando una questione d'attualità (lo smaltimento dei rifiuti, la protezione della natura) in una storia senza tempo, un mito archetipico, una preghiera universale.

€11.00

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