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«Molti sono i cuochi, ma c'è un solo Alain Tonné. Io l'ho conosciuto una notte sul molo di Marsiglia, sedeva nell'ombra, accarezzava distratto un polipo e osservando un cormorano mormorava: "Arrosto? Scottato al sale dell'Himalaya? Emulsionato con vellutata di alghe?". Mi ha subito fatto pensare a un uomo tormentato da qualcosa: un rimpianto amoroso, un traguardo non raggiunto, parole non dette, droghe avariate. Scusandomi con il polipo, mi sono seduto accanto a lui e gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. Lui mi ha squadrato per lunghi minuti, poi ha detto: "Non ti parlerò del torero". Ho annuito. Ha raccontato. Così, senza un perché, ho colto il segreto delle sue grandi ricette, delle Alghe sferificate all'alito di cernia e del Riso tatuato all'incenso, dei Vicini al sale e del Pollo Pollock, creazioni con cui lo Chef si è proiettato ben oltre i confini dell'alta cucina, della sperimentazione gastronomica e del buonsenso, entrando nel mito. E ho ascoltato le storie dei suoi trionfi planetari, dal Fuorissimo Salone di Sondrio allo show cooking al Forum di Davos, dal rinfresco fatale per un nobile scozzese fino a una memorabile sfilata di moda sulla cupola di San Pietro. Ma poi... Poi non so se mi sono addormentato, o se accarezzare i polipi abbia effetti lisergici. So che mi sono risvegliato il giorno dopo, solo sul molo, con una gran fame e nessuna traccia di Alain Tonné. Stretto nella mano sinistra avevo un biglietto con scritto: "Senta, il cormorano lo faccia in crosta, come il gabbiano"».
"In quest'epoca tormentata nella quale viviamo, è probabilmente venuto in mente a tutti gli uomini di pensiero che provvedimenti drastici andrebbero presi contro le zie. Per quanto mi riguarda, da tempo penso che bisognerebbe tentarle tutte per annientare le parenti in questione". Sì, perché il giovane e tonto Bertie Wooster, che con il suo geniale maggiordomo Jeeves è il protagonista di questo gioiello di humour britannico, è da sempre oppresso dalle sue consanguinee: se non è zia Agatha, quella che si trasforma in licantropo nelle notti di plenilunio, è Dahlia Travers che, sebbene sia la sua zia buona, ha la tendenza a chiedergli favori - come impedire al pestifero e venale cuginetto di vincere una gara di buona condotta o rubare un orrido dipinto dalla casa del suo ospite -che finiscono inevitabilmente per ficcarlo nei pasticci. E, come se non bastasse, stavolta ci si è messo anche l'anziano zio George, talmente grasso che i sarti gli prendono le misure per tenersi in esercizio, ma determinato a sposare una fanciulla. Se poi aggiungiamo il più spettacolare litigio fra donne a memoria d'uomo, la più sanguinosa partita di rugby mai giocata per amore e la più prosperosa attrice del teatro inglese, ce n'è abbastanza per abbattere anche uno spirito allegro come Bertie. Ma niente paura, perché non importa quante e quali sorprese gli riservi questa strana vita, c'è sempre quel portento di Jeeves a salvarlo dalla sua sublime stupidità."
"Non è colpa di nessuno se il colore nero si confonde nel buio. Però in certi casi mi faccio delle domande. Non è che voglio vedere razzismo ovunque, ma quel marchingegno delle macchine fotografiche che si basa sul colore bianco per fare l'esposizione... chi l'ha inventato? Se fai una foto di sera con degli amici bianchi l'esposimetro si regola sulla loro carnagione chiara. Risultato: loro luminosi e splendidi, io al buio. E non c'è via d'uscita. Ho provato a invertire le proporzioni: sei amici neri e uno bianco. Secondo voi come si è regolata la macchina fotografica? Ovviamente sull'unico volto bianco. Se non è razzismo questo. Il solo modo per fregare l'esposimetro è mostrare i denti. Sorridere, sorridere sempre". Cosa significa per un ragazzo nero vivere nell'Italia di oggi? Da alcuni anni è Tay Vines a raccontarcelo, nei suoi video su YouTube e ora in queste pagine. Tra neri "bianchi dentro" e neri militanti, bianchi razzisti e bianchi più accoglienti di una onlus, questo libro è una raccolta di episodi surreali e irriverenti, ma sempre divertentissimi, in cui nessuno è risparmiato. Perché, indipendentemente dal colore della pelle, una cosa ci accomuna tutti: la nostra varia umanità, a volte diffidente, altre generosa, molto più spesso folle. Qual è la soluzione per sopravvivere, allora? Sorridere, sorridere sempre.
Toribio ha due anni e mezzo e i suoi genitori gli vogliono molto bene, ma certi giorni accudirlo sembra proprio una missione impossibile. Arrivano a sera esausti e sognano il giorno in cui smetterà di fare i capricci per il bagnetto, per il pranzo, per il pisolino, il giorno in cui tutto sarà più facile e potranno tornare ad avere una vita propria, dormire di notte e mangiare in tutta tranquillità. Finché, sfogliando il giornale, trovano un annuncio che li riempie di speranza: la signora Meridiana promette di risolvere qualunque tipo di problema ("C'è sempre una soluzione"). Decidono di fissare un appuntamento seduta stante. Partendo come sempre da una situazione quotidiana che verrà stravolta in un finale sorprendente, Isol ci coinvolge in un divertente racconto in cui testo e immagini si completano a vicenda per narrare le diverse fasi che si trova ad affrontare qualsiasi genitore alle prese con un bambino piccolo, pieno di energia e curiosità. Età di lettura: da 5 anni.
È tempo per i giovani nobili decaduti e impoveriti di rimboccarsi le maniche! Temendo di seguire un destino analoga miseria, lo stravagante Bertie Wooster si iscrive a una scuola per imparare a badare a se stesso, altrimenti detto corso di economia domestica, e si deve allontanare dal suo fedelissimo Jeeves. Il brillante maggiordomo, d'altra parte, non sa stare con le mani in mano e passa temporaneamente al servizio di Lord Rowcester (per gli amici, Bill), un conte che vive in un castello diroccato nel normale stato di indigenza della nobiltà inglese. Su consiglio di Jeeves, Bill si trasforma in un allibratore e batte gli ippodromi inglesi, rendendosi irriconoscibile grazie a un travestimento. Naturalmente, tutto può andare storto tra ricche vedove americane interessate alla parapsicologia, scommesse non pagate e fantasmi, ma la finemente di Jeeves saprà risolvere ogni possibile garbuglio.
Lord Worplesdon, secondo marito di zia Agata, e J. Chichester Clam si incontrano segretamente ad un ballo in costume; Edwin, pestifero boy-scout innervosisce tutti con le sue buone azioni quotidiane che comprendono dare fuoco al cottage di Bertie; il rozzo poliziotto Stilton è geloso di Bertie e vorrebbe spezzargli l'osso del collo e Bertie spiana la strada a due coppie Florence e Stilton e Nobby e Boko.
Fareste mai a meno di un amico che sa sempre dire la cosa giusta al momento giusto? Certo che no. È per questo che, quando il Destino ci dà un appuntamento, tutti vorremmo portarci dietro un maggiordomo come Lloyd: immaginario ma di rara concretezza, capace con una sola battuta di fugare i dubbi che assillano il suo sir. Ma che fare se il Destino ci convoca all'improvviso e non abbiamo il tempo di invitare il nostro Lloyd? Poco male, suggerisce Simone Tempia in questo romanzo: un maggiordomo immaginario può parlare attraverso lettere, telegrammi, telefonate e messaggi nella bottiglia. Perché se è vero che alcuni viaggi vanno fatti da soli, è altrettanto vero che non si può partire senza mettere in valigia l'indispensabile. E per sir e i suoi tanti lettori le parole di Lloyd sono un bagaglio di cui non si può fare a meno.
Il giovane ed eccentrico Bertie Wooster scopre di avere il petto coperto di macchie rosa e, su consiglio del medico, si trasferisce in un cottage a Maiden Eggesford per godere dell'aria pura. La tanto sperata pace, però, dura ben poco: nel villaggio ritrova zia Dahlia, la sua unica consanguinea buona, con una morale discutibile e la fissa di rapire un certo gatto, Orlo Porter, pasciuto agente assicurativo che ha frequentato Oxford con Bertie, e la sua fidanzata Vanessa, incantevole ragazza che non rinuncia mai a guidare marce di protesta o a tirare un bel cazzotto. Proprio a Maiden Eggesford vive suo padre, Mr Cook, che per un'infelice coincidenza è l'amministratore del patrimonio di Orlo, ma si rifiuta di sganciare i quattrini perché lo ritiene un comunista che ha traviato sua figlia. Come sempre, solo i pasticci di Bertie e il salvifico intervento del geniale Jeeves riusciranno a risolvere questa nuova serie di avventure.
A volte, non molto spesso a dire il vero, possiamo avere la fortuna di veder apparire un genio che ci concede di esprimere un desiderio. Ma se abbiamo così tanti desideri da non sapere qual è il più importante di tutti, cosa possiamo fare? È quello che capita alla protagonista di questa storia, che a forza di esprimere desideri si vede recapitare un genio. Ma, alla terribile prospettiva di poter esprimere un solo desiderio, va nel panico: "E se mi dimentico di pensare a qualcosa? E se poi mi pento e voglio una cosa diversa? E se proprio adesso mi rimbecillisco e non mi viene in mente niente di buono? E se poi mi accorgo che non ho chiesto ciò che desideravo di più?" Perché attenzione: a desiderare troppe cose, si rischia di restare con un pugno di mosche! Età di lettura: da 5 anni.